Degrado: vecchi e nuovi, i lampioni si sommano
È accaduto qualche tempo fa, e accade ancora, che con un po’ di vento sono venuti giù alcuni lampioni dell’illuminazione pubblica. Uno di questi, nel lungomare della città, ha ucciso una giovane mamma. La città dell’approssimazione si indigna, si mette a lutto e poi sostituisce i pali. Ma siccome è la città del “pezzotto” non li cambia tutti. Affida a chi sa quale regista del caos la sostituzione del novanta per cento dei pali del lungomare coltivando una volta di più la cultura dell’”arronzare”. Ora sul lungomare della città si alternano in modo casuale i vecchi pali arcuati, verniciati di verde nel primo tratto e bianche nel secondo, con i nuovi verticali, solo zincati e più corti. Una fiera dell’approssimazione e del cattivo gusto. Può infatti accadere, ma non dovrebbe se esistesse una corretta manutenzione, che su migliaia di pali ne cada qualcuno per il vento, ma non dovrebbe succedere che gli stessi vengano sostituiti con questi criteri. Qualcuno dirà che è una soluzione provvisoria dettata dalla necessità di non privare della pubblica illuminazione il lungomare della città e che a breve si darà decorsa sistemazione dell’arredo urbano del tratto. Ma forse pochi ricordano che sulla stessa strada, alla rotonda Diaz, nei primi mesi del 2005, fu realizzato un intervento provvisorio per eliminare il pericolo di altri due paliper bandiere che stavano per cadere. L’intervento consisteva nel tagliare in malo modo, a circa due metri da terra, le vecchie aste metalliche per infilare nei tronconi delle stesse, in un letto di cemento malamente colante, due pali più piccoli. Dopo due anni l’intervento provvisorio è ancora li a simboleggiare che la scelta provvisoria ed approssimata è diventata definitiva. Tutto questo in altre città non accade, a meno di non trovarsi ad “arronzonia”, l’ultima città che Marco Polo non ha descritto all’imprenditore Kublai Khan, forse perché qulacuno gli ha scippato il manoscritto mentre la visitava..