Cacofonia Urbana

Caro Direttore,
un anno fa moriva in via Caracciolo, schacciata da un palo della pubblica illuminazione, Fabiana madre di una bimba di pochi mesi. Le prime indagini scoprirono che le basi di molti pali erano marce e partiva, accanto al'inchiesta per venire a capo delle responabilità, la sostituzione degli elementi pericoliso.
L'amministrazione, per ovvi motivi di somma urgenza, effettuava la sostituzione parziale dei pali introducendo, nel più bel lungomare del mondo, anonimi elementi in ferro zincato che si alternavano a quelli preesistenti ritenuti anocra sicuri. Questo introduceva nella prospettiva di via Caracciolo e della successiva via Partenope, un effetto da design della casualità che ben esprime i principi dell'arronzare tanto cari ad alcuni esponenti della nostra amministrazione. A chi sollevò al tempo il problema del decoro urbano, fu risposto che era un intervento di somma urgenza e che si sarebbe provveduto a sostituire a tempo debito, con un adeguato sistema di illuminazione, gli elementi provvisori. dopo un anno nulla è accaduto, i pali sono ancora li che si alternano, verticali e curvilinei, in ferro zincato o verniciati di verde, emblema se ve ne fosse bisogno che la cultura dell'approssimazioine e del provvisorio ancora pervade a Napoli.
il campionario delle soluzioni presenti in città spazia da elementi ottocenteschi originali, riprodotti come nel caso dell'illuminazione pubblica di via TAsso, o addirittura ripescati dai depositi come nel caso di questi giorni per i lampioni di piazza Amedeo. E i cittadini, ancora una volta, sopportano storicamente questa cacofonia urbana.


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